sabato 24 gennaio 2015

Lucertole e calcio



Terza settimana di calcio per Luca e Matteo.
Stavolta mi sono portata una carriola di temi da correggere per vedere se fra un "Gooooooaaaal!!!!" e l'altro, far bere Luca, far bere Matteo, dare un bacio qui, consolare di là, magari riesco pure a restituire qualcosa agli alunni di tanto in tanto.
Il tempo ci ha aiutato tutti e con un po' di sole mi sono dilettata nella lettura dei diari di viaggio degli studenti che ho mandato per uno scambio in Italia.
Mentre leggevo ogni tanto facevo una pausa per ammirare i miei figli, non più bimbi ma già ometti, che rincorrevano il pallone e mi lanciavano occhiate nascoste, per vedere se li stavo osservando, se la mamma era orgogliosa di loro.

E io lo sono.

Quando con Juan eravamo tornati a Houston e avevamo comunicato la notizia che aspettavamo gemelli i commenti sono stati tanti.
La maggior parte erano scontati, di quelli che leggi sui libri per mamme di gemelli, double trouble, better you than me e chi più ne ha più ne metta.
Uno però me lo ricordo chiaramente: "Meglio così, con uno solo, una come te si sarebbe annoiata".
Questa frase ha immediatamente fatto cessare tutte le paure che potevo avere sul fatto di diventare, a quasi quarant'anni suonati, mamma di non uno ma due primi figli.
La stessa persona mi ha poi fatto notare che, visto che arrivavano due maschietti, sarei anche stata sollevata dal dover dar loro un modello da seguire, che invece in questo caso sarebbe toccato al papà.
Insomma, una win-win situation, non potevo perdere in nessun caso!!!

Il fatto è però che io sono vissuta per la maggior parte della mia vita in un mondo di donne, mamme, nonne, zie, amiche del cuore, e mi ritrovavo assolutamente impreparata all'arrivo di non uno ma ben due nuovi uomini nella mia vita.

Come avrei fatto?

Non dovevo diventare un modello, un esempio da seguire, ma mi toccava ben pure fare bene la parte di mamma e di donna, per insegnare loro la parte migliore del sesso femminile, per insegnargli come averci a che fare, con rispetto e onore...
Io proprio nei panni di fata del focolare, esempio di grazia e femminilità non mi ci sono mai vista.

E poi come avrei fatto con loro?

In cosa sono diversi i maschietti?

Lo sono?

O bisogna trattarli solo come bambini, senza curarsi della loro mascolinità, aspettando che quella se e quando si sviluppi da sola?

Una cosa la sapevo: la pipì doveva insegnargliela a fare il papà.

O almeno speravo.

Quando poi sono arrivati ho capito subito che avevo trovato non uno, ma ben due principi azzurri: gli occhi innamorati di un neonato (due!!!) che ti guardano, come se fossi davvero la fata turchina di Pinocchio, ti fa nascere come un'aura rilucente attorno, BELLISSIMA!!!
Diventi una specie di divinità indiana.

Non so se sarebbe successo anche con una bambina (o due!!!), forse sì.
Forse si sarebbe instaurata un'innata complicità fra donne.
Forse avremmo fatto le fate tutte e tre e avremmo conquistato il mondo!

Non so.

Ma posso giurare sull'effetto principe azzurro.

Poi è arrivato l'asilo, hanno cominciato a mostrare di amare trapani, bambole, scope, cucine e costruzioni in egual misura.
Così come i vari colori, senza eccezione di rosa e di blu.

I primi segni di differenziazione sono arrivati verso i tre anni, quando al mio arrivo alla fine della giornata hanno cominciato a portarmi, orgogliosi, sporchi di fango, con la terra ben ben infilata sotto le unghie, i loro meravigliosi VERMI grigi, che con i loro amici cercavano per ore. Poi sono arrivati i ragni, gli scarafaggi, l'amore per il moccio e le decorazioni artistiche che si potevano fare sul muro e sui pantaloni.
La mia macchina ha cominciato a essere popolata di esseri di ogni tipo, che seccano al sole mentre io lavoro e che spero sempre di non ritrovare quando do un passaggio a qualcuno.

Ho provato a proporre la danza classica: Luca mi ha fatto notare che solo le bambine la fanno.
Una lama dritta dentro al cuore.

Ma come?
Dov'è finito il mio ballerino che fino ai tre anni bastava gli dicessi "Balla!" e zompettava per ore con salti e piroette???
Per bambine???
E io che contavo su una sicura carriera nel mondo del balletto...

Ora quando andiamo ai compleanni per bambine e le vedo, che giocano alle principessine, mentre i miei cavalieri senza paura si rincorrono su e giù per le scale, si arrampicano sugli alberi, si sfidano a colpi di spade, bastoni o gambe di tavolo, guardo i volti attoniti, smarriti, terrorizzati delle mamme in rosa.
A me in fondo non dispiace giocare a draghi e cavalieri impavidi.
Le principesse mi sono sempre state un po' sulle palle, diciamolo.
Anche oggi avrò sicuramente deluso un'altra mamma, regalando alla figlia un libro su una bambina che voleva fare l'ingegnere.

Eccolo qui

Il nostro orto-cortile è infestato da piccole lucertole preistoriche, che se vengono disturbate sparano fuori un bavaglino arancione sperando di spaventarci.

Ma non ci spaventano.

Anzi.

Le prendiamo per la coda e le osserviamo, immaginando che siano grandi draghi sputafuoco,

Chissà, magari amano essere ammirate dai miei due pirati coraggiosi, anche perché si sentiranno sole in un orto con solo tre pomodori.

Forse i miei bambini un giorno porteranno a casa una principessa e spero che non sarà vestita di rosa, o che se lo sarà, avrà anche voglia di giocare con i treni, o con le costruzioni, o magari a rincorrere i draghi dell'orto.

Insomma, una principessa un po' come me.



2 commenti:

  1. Questa pagina rincuorerà zia Silvia che si era preoccupata alla vista dello smalto nelle unghie dei due pirati... LOL!

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