venerdì 21 agosto 2015

Lucky people. Tre, quattro lavori per sognare.

In Italia ci si lamenta perché per avere un lavoro fisso bisogna piantare baracca e burattini e trasferirsi in un'altra regione.

Gotcha.
I feel for you.

E io veramente lo capisco che sia difficile.
Trasferirsi e cambiare casa, amici, stare lontano dalla famiglia, non avere appoggi, è veramente difficile.

Noi siamo fortunati.
In fondo è per questo che siamo qui.

Per il lavoro.

I lavori.

Sì, perché quando si lavora a 8.947,10 km dalla propria città, se ogni tanto, diciamo ogni anno, ogni due almeno, uno vuole tornare a casa e rivedere le persone a cui vuole bene, se si vuole essere sicuri che, se un uragano ci butta giù lo steccato, o il calore torrido ci scioglie il condizionatore, se un imprevisto medico ci porta a dover metter mano ai risparmi e ce li prosciuga, se insomma si vuole essere sicuri che in caso di disgrazia e tormento ci siano i soldi per correre ai ripari, qui di lavori ce ne vogliono un paio.

E per un paio intendo un multiplo indefinito.
Chiamiamolo n.

Certo, si potrebbe comprare un biglietto della lotteria.

Certo, si potrebbe mollare il Colombiano per un ricco cowboy o un petroliere.

Ma la realtà è che alla lotteria io non ci so giocare, i biglietti, forse due, che ho comprato in vita mia li ho sempre persi, e gli unici cowboy che ho conosciuto erano allevatori in quel di Oschiri e Berchidda e non avevano ranch in Texas.

Quindi tocca lavorà.

E siccome siamo fortunati (non ci leggete nessuna ironia, non c'è) i lavori li cerchiamo, li facciamo e ce li teniamo.

E gli USA offrono ogni tipo di lavoro extra per insegnanti con energie in sovrappiù; esaminatori, tutor, lettori, valutatori, in presenza, online, telepatici.

Forse il sogno americano è proprio questo: vivere in una realtà dove se ti servono i soldi per la famiglia, per vivere, ma anche per il sovrappiù moderato, li trovi.

Basta un lavoro in più.

Che per chi vive dove è difficile anche trovarne mezzo, è una gran fortuna.

Lucky people.

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