lunedì 29 dicembre 2014

Facebook e il miracolo delle famiglie Mulino Bianco

A volte per vedere come va la mia vita mi collego su Facebook.

La consolazione arriva istantanea: va tutto bene, guarda come sono felice!

Diciamolo, sono chiaramente Facebook-internet-comunicazione immediata-selfie dipendente.
Sono così dipendente che anche i miei bambini ormai, qualsiasi cosa facciano, se ci fa ridere, se ci piace, mi dicono subito: "Fai una foto?".

E subito finisce su Facebook.

Alcuni vedranno sicuramente qualche terribile anatema minacciare la mia famiglia per tanta esposizione mediatica, rischi mortali di bambini visti da tutti, case riconoscibili, luoghi rintracciabili. 

Altri si annoieranno a morte chiedendosi se non ho proprio nient'altro da fare che mostrare "Luca e Matteo che fanno colazione", "la mamma che mette la crema antirughe", "quel raggio di sole che sul ciuffetto fuoripostodiMatteorilucepropriocomeunraggiodisole"...

Altri ancora troveranno nauseante questa continua esposizione di amore, felicità e armonia.
(Magari un giretto di medicina dell'occhio in fondo me la dovrei far fare, così, anche solo per scaramanzia...)

Io invece la trovo terapeutica.

Come quando c'è una tempesta coniugale e Luca mi porta una foto di noi tutti insieme e mi dice: "Guarda come siamo felici qui!".

E ha proprio ragione.

Facebook è un po' come la vecchia scatola di latta in cui tenevamo le foto, le lettere di chi ci voleva bene, la carta di quel regalo speciale che ci aveva fatto tanto felici, un fiore secco di cui ricordiamo ancora il colore vivace e il profumo intenso di quando era pieno di vita.

Ma ha il vantaggio dei fermenti lattici: è vivo!

Una foto va online, subito arriva un Mi piace, un commento, una faccina felice.
Arriva dall'altro lato del mondo, da un cuore che batte con il mio anche se ad orari diversi.

È ovvio che sia irritante tanta felicità, che non sia reale. Ma è un modo per far durare più a lungo quel calduccio che abbiamo provato nel cuore ("Tristeza no ten fin, felicidade si..."), per riprovarlo ogni volta che torniamo online e che ancora quelle parole sono lì, come quel sorriso, il volo del mio bambino immortalato per sempre in un momento di estrema felicità.

Così ci si consola dal freddo dell'inverno e ci si protegge dal freddo nel cuore, quando si è lontani e non si possono vincere le distanze se non col teletrasporto nei profili di chi amiamo.


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