Lo devo ammettere. Houston a me, quando sono arrivata NON mi piaceva.
La domanda per tutti gli stranieri che conoscevo era sempre la stessa.
"Ma Houston vi piace?"
Era più una supplica che una domanda.
Nella mia mente mi prostravo ai loro piedi e gridavo ditemidisiiiiiiiiiiiii.
La risposta era sempre la stessa.
"Ci si abitua"
E a me veniva il magone.
Ma chi vuole vivere in una città orribile a cui bisogna abituarsi?
Io vengo dalla Sardegna, Sassari caput mundi, con i miei amici splendidi, il mare, gli zilleri...
Non avevo alcuna intenzione di abituarmi proprio a un bel niente.
E allora mi sono messa d'impegno. Ho cercato, cercato, cercato...
Un film mi ha dato una mano: Hot Town Cool City, Houston vista dalla regista Maureen McNamara. In un solo DVD tutti i tesori gelosamente custoditi dagli Houstoniani. Sul sito web tutti contribuivano con le loro scoperte a darci qualcosa da cercare ogni weekend.
A poco a poco, scoprire che questa è una città di artisti, di attori, di piccoli e grandi musei, parchi urbani e arboreti selvaggi, Ferrari, Porsche e Art Cars, mi ha fatto sentire che in fondo io a Houston potevo anche volere un po' di bene.
E poi sono arrivati loro.
Un San Valentino meraviglioso Juan mi ha svegliato nella stanzetta del Children's Memorial Hermann, dopo essersi alzato dalla scomoda panca dove aveva passato la notte, e siamo andati insieme a veder arrivare prima Matteo e poi Luca.
Hanno passato un mese in terapia intensiva.
Ogni mattina percorrevamo la strada da casa fino al centro medico per stare con loro.
L'inverno faceva strada alla primavera e le azalee cominciavano a sbocciare.
La prima volta che ho detto "sono la mamma di Luca e Matteo" l'ho detto in inglese.
Era come se fossero arrivati due astronauti, con tutte quelle luci nella stanza, tutti quei suoni, quei tubi.
Le emozioni che abbiamo provato, da quando questi due americani sono arrivati nella nostra vita sono forti come un bungee jumping, come un tuffo nel vuoto, come un primo amore.
Ora che i miei ometti houstoniani sono nella mia vita, non devo più sforzarmi di amare questa città.
Ora è casa.
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