“Dovresti mettere la pappaaippomodòro su 'Canzoni contro la guerra'. Detto così, alla fiorentina, perché è inutile starci a girare sopra: la pappa al pomodoro (non “col” pomodoro!) si conosce solo a Firenze (una di quelle cose semplicissime che pochi, però, sanno fare a dovere). Mi ci è voluto un minuto scarso per ripensarci; me la sono ricantata, la “canzoncina” più famosa del “Giornalino di Gian Burrasca”, e mi son detto che dovevano proprio essere altri tempi, altri e lontani, quelli in cui in una canzone scritta per uno sceneggiato televisivo dedicato all' “infanzia” (ma fino a un certo punto...) si cantavano cose del tipo: ”La storia del passato / ormai ce lo ha insegnato / che un popolo affamato / fa la rivoluzion”. Ma pensa un po' te. Poi mi sono ricordato che lo sceneggiato in questione era stato diretto da Lina Wertmüller; e, allora tutto m'è apparso più chiaro, dato che la stessa Wertmüller è autrice anche del testo della canzone, su musica di Nino Rota (!!!). Lina Wertmüller e Nino Rota; gli stessi della Canzone arrabbiata. Stante questo, sulle CCG la “pappaaippomodòro” ci è finita per davvero; perché è una vera e propria canzone di lotta. Non stiamo a raccontarcela più di tanto; e penso che, se leggesse, anche Lina Wertmüller concorderebbe in pieno.
Lina Wertmüller non so, ma io sono d'accordo.
In tutto e per tutto.
I bambini devono crescere forti e sani e devono sapere che quello che mangiano, come tutto il resto d'altronde, non è solo un riempi-pancia, ma tutta una filosofia di vita. Il mondo viene usato per produrre cibo, e a seconda del tipo di cibo che chiediamo, o che semplicemente accettiamo dalla società, siamo complici o del benessere, o del malessere del mondo stesso.
All'inizio e alla fine della catena alimentare ci siamo noi, con le nostre scelte e con i nostri vizi.
Insomma, io sono vegetariana, mio marito no.
E da sopita rivoluzionaria ESIGO che anche i miei bambini lo diventino.
Quindi, con una certa nonchalance ho subito comprato due libri, che vado a elencarvi:
Herb, the Vegetarian Dragon
e
That's Why We Don't Eat Animals
Il primo un delizioso libro sulla convivenza civile fra draghi carnivori e vegetariani e la fine delle razzie dei primi a favore di un'agricoltura biologica promossa dal nostro buon drago Herb, amico di uccellini, coniglietti, topolini e sostenitore di interculturalità e multirazzialità.
Il secondo, un po' più truce, sulle torture inflitte a intere famiglie di animali da carne, con la presentazione degli allevamenti-intensivi-lager e delle sevizie a intere famiglie di ovino-bovino-pollame, ovvero a tutta l'umanità animale.
Luca e Matteo non hanno avuto dubbi.
A loro è piaciuto di più il secondo.
Decisamente rivoluzionari molto più avanti della mamma.
La rivoluzione in cucina per una mamma con gemelli ha significato tanta, ma tanta lettura e, fortunatamente, collaborazione da parte di amiche che avevano avuto bambini prima di lei.
Poche regole, ma sempre le stesse; anzi, una sola regola, una sola sfida: fare tutto in casa.
Yogurt, purea di mele cotte, pappe di carote, zucchine, con patate, senza patate, purea di avocado, pesche, mango, pere, banane schiacciate...
Con due lavori e due bambini ci voleva solo una grande organizzazione. (O meglio, ci voleva solo questa)
La domenica si facevano yogurt e pappe di verdura e di mele cotte, che poi venivano l'uno messo in frigo, le altre congelate e conservate a cubetti per un due settimane.
La frutta fresca era l'unica cosa da preparare al momento.
Una vita splendida.
I miei piccoli vegetariani crescevano rigogliosi come i porri dell'orto di Herb.
Tanto rigogliosi che i cubetti dopo un po' non sono bastati più, sono diventati tazzine, presto tazzone e ci siamo ritrovati a cucinare di continuo, ma solo per loro...
La Chicco ci ha aiutato con i suoi seggiolini a 360°, che ci permettevano fin dai sei mesi dei gemelli di stare insieme a tavola.
Sono cominciati i pasti comuni e le colazioni, i pranzi e le cene, tutti insieme appassionatamente.
Non abbiamo grandi regole in cucina, non mangiamo tutto biologico; ci piacerebbe, ma servirebbe un mutuo.
Quando possiamo, sosteniamo il biologico, ma più come rivoluzione part-time.
Mangiamo sano, ma ora se lo yogurt lo compriamo pronto, pur sentendomi io ancora in colpa, non è una tragedia.
Ci si barcamena, si fa quello che si può, si boicotta la Barilla (accidentialoro!!!) e si compra la pasta più cara.
Si usa (cioè, io uso, Juan ride) la meravigliosa App Buycott, che ci dice leggendo il codice a barre col telefono se il prodotto che stiamo comprando ha fabbriche pericolose nei paesi in via di sviluppo, se sfrutta i lavoratori, se non ha firmato l'accordo con Tizio oppure con Caio per gli OGM, per Kyoto, per vattelapesca...
Si cerca di andare nel paradiso dei buoni e degli onesti, e di insegnare anche ai nostri bambini la giusta via.
E il motto è sempre lo stesso: Viva la pappa col pomodoro!!!
Per tutti.
viva la pappa pappa
col po po po po po po
po mo do ro
viva la pappa pappa
ch'è un ca po po po po po
po la vo ro
viva la pa pa pa pa pa
col po po po mo dor
la storia del passato
ormai ce l'ha insegnato
che un popolo affamato
fa la rivoluzion
ragion per cui affamati
abbiamo combattuto
perciò buon appetito
facciamo colazion
viva la pappa pappa
col po po po po po po
po mo do ro
viva la pappa pappa
ch'è un ca po po po po po
po la vo ro
viva la pa pa pa pa pa
col po po po mo dor
la pancia che borbotta
a causa del complotto
è causa della lotta
abbasso il direttor
la zuppa ormai è cotta
e noi cantiamo tutti
vogliamo che sia fatta
la pappa al pomodor
viva la pappa pappa
col po po po po po po
po mo do ro
viva la pappa pappa
ch'è un ca po po po po po
po la vo ro
viva la pa pa pa pa pa
col po po po mo dor
viva la pappa pappa
col po po po po po po
po mo do ro
viva la pappa pappa
ch'è un ca po po po po po
po la vo ro
viva la pa pa pa pa pa
col po po po mo dor
viva la pa pa pa pa pa
col po po po mo dor
Nessun commento:
Posta un commento