domenica 2 febbraio 2014

E se i maschietti vogliono lo smalto?

Ora potrei darmi un certo contegno, dire che mi dibatto fra i pro e i contro dell'offrire a maschietti e femminucce educazioni e stimoli diversi, alcuni da maschietti, altri da femminucce.

Io no, io sono una rivoluzionaria.
Non mi turbo.

Ai miei ometti offro bambole, costruzioni, trenini e utensili da cucina, trapani e aquiloni, biciclette e macchine fotografiche, libri con i draghi e con le principesse, bebè da cullare e anche pupazzi a forma di broccoli e carote.

E perché no? Lo smalto.

Spesso prendono in prestito i miei bracciali, gli orecchini, a volte le scarpe di papà.
Matteo ama mettersi i reggiseni attorno al collo.

Adorano quando mi metto lo smalto e oggi Luca era molto triste, perché la maestra all'asilo lo aveva messo alle bambine, ma non a lui.
Il papà di Jacob aveva dato il permesso, ma non c'era nessuno a dare il permesso per Luca.
E allora via, lo smalto la maestra gliel'ha messo anche se era già ora di andare a casa, visto che finalmente era arrivata la mamma a dire di sì!
Me li sono portati a casa tutti e due, Matteo compreso, con le unghie rosa scintillanti e le stelle negli occhi. Ebbri di femminilità. O di chissà cosa gli avrà suggerito quel colore, quell'odore pungente, con i brillantini illuminati dagli ultimi raggi del sole.

Eppure io non sono una rivoluzionaria. Non così tanto.

Quando l'estate scorsa dovevamo partire per la Sardegna, dura e pura, e Luca voleva portare nel suo zainetto il suo bebè, tutto vestito di rosa, io ho suggerito l'orsacchiotto.

Ho avuto paura che qualcuno lo prendesse in giro o facesse dei commenti su quel colore che non si dice, su un bambolotto e non un ben più virile orsacchiotto.
Non volevo dare spiegazioni a lui, non volevo dirgli che il rosa è per le femmine, almeno per alcune persone.
Non voglio essere io a spiegargli ora, che non ha nemmeno 4 anni, che il mondo è brutto e cattivo e ti giudica senza nemmeno conoscerti e ti etichetta.

E siccome allora ho avuto paura, ora no.
Ascolto.
E se vuole uscire con tante collane da sembrare un rapper da ghenga, perché no?
A Natale mi ha chiesto una Lalaloopsie. E via le Lalaloopsie!! Capelli rosa, blu, come vogliono loro.
E se le vorranno portare con loro il prossimo viaggio, sfodererò la sciabola e difenderò il diritto dei miei bambini a scoprire chi sono e cosa vogliono dalla vita.

Le etichette vengono prodotte a centinaia, dalle stesse persone a cui possiamo offrire motivi di scandalo, oppure no.

Non voglio farli vivere in un mondo protetto, neutro, in cui non possano essere individuati gusti maschili o femminili, per non correre rischi e non venir feriti.

Se qualcuno li ferirà, io sarò lì per loro.

Nel frattempo mi faccio preparare torte e caffè nella loro cucina, gioco con i loro draghi e costruisco torri altissime di castelli in cui vivono regine e principesse, da portare a spasso sui trenini o verso il tramonto a cavallo di un unicorno.

1 commento:

  1. Da profana penso sia giusto offrire ai bambini ogni possibile scelta, non conosco il parere dello psicologo a tale proposito; la questione colori penso sia superata da tempo grazie alla moda che li usa senza fare differenze di sesso. Invece per motivi solo salutistici scoraggerei l'uso degli smalti

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